LA ROMAGNA NEL RISOTTO: LA MELAGRANA “GROSSA DI FAENZA”

Sono tantissimi i prodotti tipici della Romagna, dalle DOP alle IGP. Sono moltissimi anche i prodotti romagnoli riconosciuti come Presidi Slow Food. Con il settimanale riminese Il Ponte, vediamo come preparare il risotto alla melagrana “Grossa di Faenza”, una particolare varietà di melograno inserita nell’Arca del Gusto Slow Food.

La melagrana “Grossa di Faenza”

La melagrana “Grossa di Faenza” fiorisce in primavera, matura in autunno e viene raccolta fino a dicembre. Il nome deriva, oltre che dall’area di produzione, dalle dimensioni del frutto. Il peso di questo melograno va dagli 800 gr fino addirittura a superare anche 1,5 kg. A Faenza e sul territorio è documentata (solo da testimonianze orali) dall’inizio del Novecento. Si tratta però di uno dei decori tradizionali della ceramica di Faenza, quindi la diffusione del frutto nella zona potrebbe essere ben precedente.

La melagrana, o melograno, ha molti significati simbolici e religiosi. I chicchi, che si chiamano arilli, secondo la tradizione ebraica sono 613, tanti quanti i comandamenti della Torah. Nella simbologia cristiana invece, il rosso ricorda il sangue e la regalità, mentre i numerosi arilli rimandano alla “comunità”. Ma in generale, questo frutto è simbolo di abbondanza, fertilità, ricchezza. Per questo, un po’ come succede per le lenticchie, gli arilli del melograno ricordano le monete e il melograno finisce sulle tavole di Capodanno come cibo beneaugurale. Un abbinamento particolare per il cenone, per esempio è quello del risotto con melagrana e salmone.

Il risotto al melograno

Abbiniamo il melograno a un altro prodotto di stagione: ecco quindi l’idea del risotto porri e melograno. Prepariamo un risotto classico: tostiamo il riso, lo sfumiamo con il vino, continuiamo la cottura aggiungendo gradualmente brodo vegetale bollente. Facciamo appassire in padella i porri tagliati sottilmente e li frulliamo ottenendo una crema. La aggiungiamo a fine cottura insieme al succo di melograno. A fuoco spento mantechiamo con burro e parmigiano grattugiato, decorando alla fine il piatto con chicchi di melograno. E che sia di buon auspicio! Autore: Giulia Varetti

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