Nato con l’obiettivo di massimizzare le rese agricole nel rispetto della biodiversità e del paesaggio, il progetto di Cascina Bosco Fornasara ha abbandonato le logiche dell’agricoltura convenzionale puntando sul biologico. A Cascina Bosco Fornasara, Nicorvo ( PV) è sita l’azienda agricola di Marinone Roberto, a cui abbiamo chiesto come venga coltivato il riso nella sua cascina. Non poteva poi di certo mancare un buon risotto con la crema di piselli, preparato rigorosamente con il Carnaroli della Cascina Bosco Fornasara!
La dichiarazione di Roberto Marinone
Il titolare Marinone Roberto ci ha raccontato la nascita dell’azienda e i metodi di coltura:
«Dal 2007 ho iniziato a sperimentare la coltivazione biologica in risaia, ma con i metodi allora consigliati dai vari agronomi, che non si scostano molto dalle logiche dell’agricoltura convenzionale, volte a massimizzare il profitto a discapito della qualità del prodotto e dell’ambiente circostante. Mi veniva suggerito di comprare fertilizzanti naturali al fine di aumentare la produttività della pianta, ma ciò portava le colture ad ammalarsi più facilmente e a subire attacchi da parte di agenti esterni, come parassiti e funghi.
Lo schema era quello della risicoltura convenzionale: spingere le piante a produrre il massimo, per poi utilizzare prodotti volti a tamponare gli effetti negativi dati dalla forzatura delle coltivazioni. Questo sistema non mi ha mai convinto, per di più, lavorare su piccole parcelle, circondate da altri campi coltivati convenzionalmente, non dava i risultati desiderati. »
Come viene coltivato il riso a Cascina Bosco Fornasara
Come spiegato da Roberto: «Il riso si sforzava di crescere in un ambiente sconvolto da decenni di monocoltura, in un terreno impoverito, invaso da erbe infestanti e resistendo agli attacchi dei parassiti. A volte, purtroppo, la produzione di riso non bastava neppure a coprire le spese. Ad un certo punto ho capito che non era possibile ottenere dei buoni risultati senza l’aiuto dell’ambiente circostante, senza restituire a quei terreni la vita che gli era stata tolta da anni di prodotti chimici e coltivazione intensiva. »
Ed è così che nel 2016, con l’aiuto della moglie Ilenia, ha convertito l’azienda all’agricoltura biologica valorizzando la produttività del terreno ripristinando l’equilibrio natura-coltura per far crescere il riso in un ambiente sano e in sinergia con alberi, siepi ed erbe. Per l’impegno, per la salvaguardia della biodiversità e le buone pratiche agricole adottate, l’azienda nel 2018 è stata premiata alla trentesima edizione di Festambiente di Legambiente a Rispecia nell’ambito del concorso “Cambiamo agricoltura”.
Le varietà di riso della Cascina Bosco Fornasara
Su un terreno molto esteso di circa 50 ettari si producono antiche varietà di riso ( Carnaroli Classico, Rosa Marchetti, Baldo Classico), seminati in rotazione con miglio, grano saraceno e legumi e in consociazione ad erbe spontanee, siepi ed alberi. Non viene utilizzato alcun fertilizzante, antiparassitario o fungicida né fanghi di depurazione al fine di avere sempre in campo una semente autoctona e biologica.
Per la fertilità del terreno si ricorre a rotazioni e false semine, coltivazioni di erbe azoto fissatrici (veccia, trifoglio) e graminacee (avena e loietto) e alla successiva macerazione delle stesse (pacciamatura verde). In questo modo si aumenta la biodiversità e al contempo si contrasta l’impoverimento del suolo, la crescita di piante infestanti o i patogeni delle colture.
Il terreno viene lavorato al minimo, riducendo le arature profonde e i livellamenti e applicando i principi dell’agricoltura conservativa così da trarne in primis benefici ambientali. Ad esempio, a primavera, nei campi coltivati a riso si pratica la semina a spaglio su sodo, cioè un sistema di coltivazione basato sull’assenza di qualsiasi tipo di lavorazione meccanica del terreno.
In ogni risaia i solchi rimangono sempre allagati così da favorire la sopravvivenza della microfauna acquatina. Inoltre, per ridurre l’impatto ambientale, l’azienda utilizza energia pulita con impianti fotovoltaici ed essiccando i semi con bruciatori a gas, che non lasciano residui sui chicchi.
Chicchi biologici e salubri
L’azienda ha a cuore il paesaggio, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e dimostra il suo impegno giorno dopo giorno offrendo al consumatore chicchi biologici al 100%.
La produzione biologica di riso, miglio, farine, grano saraceno e tanto altro viene garantita da una lavorazione artigianale mediante macchinari a pietra che non riscaldano i chicchi preservandone così le proprietà organolettiche. Lo stoccaggio di ogni prodotto avviene in silos ventilati per garantire la migliore salubrità. Il confezionamento viene effettuato in atmosfera protetta senza l’aggiunta di conservanti.
Come fare il risotto della Filanda
Non ci resta allora che provare a preparare un buon risotto con il Carnaroli della Cascina Bosco Fornasara! Il piatto proposto è un risotto in crema di piselli con burrata e gambero rosso di Mazara del Vallo, preparato dallo chef Cristian Benvenuto del ristorante La Filanda.
Per 4 persone occorrono:
320 gr di riso Carnaroli Cascina Bosco Fornasara
100 gr di crema di piselli
150 gr di burrata fresca
8 gamberi rossi di Mazara del vallo
1 l di brodo vegetale
50 gr di burro
100 gr di Grana Padano
In una pentola a bordo alto facciamo tostare il riso con un filo d’olio evo, sfumiamolo con il vino bianco e aggiungiamo il brodo (che avremo già preparato e mantenuto bollente) poco alla volta. Continuiamo a mescolare e incorporare altro brodo per 13 minuti circa.
Ci uniamo la crema di piselli e ultimiamo la cottura dopo altri 4 minuti. A fuoco spento e chicco al dente, mantechiamo con il burro chiarificato e il formaggio grattugiato. Impiattiamo ed ultimiamo ogni portata aggiungendoci la burrata e i gamberi rossi. Buon appetito! Autore: Marialuisa La Pietra
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