In attesa dell’evento “Fattoria a porte aperte“, in programma per il week end 29-30 settembre a pochi passi dal Naviglio Grande (Via Barona 11), abbiamo incontrato l’agricoltore Cesare Fedeli per scoprire il segreto della produzione risicola e le iniziative della Cascina Battivacco.
Come viene prodotto il riso alla Cascina Battivacco?
«Il riso alla Cascina Battivacco è prodotto nel sistema di lotta integrata, ovvero si coniuga la coltura tradizionale alle nuove tecnologie dell’agricoltura di precisione con l’obiettivo di minimizzare l’impiego di fitofarmaci e concimi».
La Cascina Battivacco ha realizzato un nuovo packaging, seguendo quali criteri?
«La nuova confezione porta avanti la nuova normativa del riso sul mercato italiano. Siamo in attesa di usare il marchio classico per il nostro Carnaroli».
Ritiene che il packaging sia determinante per il successo del prodotto?
«Assolutamente sì. Ci permette di comunicare al consumatore i nostri valori e tutto ciò che troverà all’interno del pacchetto di riso, dalla storia all’origine definita. Insomma, è una carta d’identità per acquistare in fiducia il nostro prodotto».
E’ in programma per il week end 29-30 settembre l’iniziativa “Fattoria a porte aperte”. La Cascina Battivacco aprirà le porte all’insegna della vita di campagna?
«Noi della Cascina Battivacco in collaborazione con l’Associazione Parco delle Risaie Onlus vogliamo promuovere il territorio rurale milanese in quanto interesse naturalistico e turistico, oltre che produttivo. Apriremo le porte per farci conoscere e condividere con i cittadini momenti di festa e soprattutto una realtà agricola intorno a Milano. Non dimentichiamo, infatti, l’importanza del polmone verde intorno alla città meneghina. La valenza territoriale e culturale è fondamentale per il nostro lavoro. Un ambiente sano e fruibile per i cittadini genera benessere. Con l’open day “fattorie didattiche milanesi” e l’evento “La strada del riso” vogliamo fornire ai cittadini un’occasione unica per vivere a contatto con la natura e gustare prodotti a km zero». Autore: Marialuisa La Pietra