Tipico della cucina Cajun e della Louisiana (ma non solo), il riso alla creola ha gusti ben riconoscibili, ricchezza di ingredienti, ma soprattutto una tecnica di preparazione particolare. È il risultato dell’unione tra gusti tipici dei nativi americani e tradizioni europee.
Il riso viene lavato
Per preparare il riso alla creola si parte da un’operazione che normalmente non si consiglia di fare: lavare il riso. Questo passaggio, infatti, fa perdere al chicco le sue componenti nutrizionali, disperdendole nell’acqua. Se vogliamo fare un vero riso alla creola, però, dobbiamo farlo: lavare il riso in acqua fredda oppure lasciarlo a bagno per circa un’ora. Dopodiché lo versiamo a pioggia in acqua salata e già bollente. Non dobbiamo mescolare frequentemente, ma una sola volta, subito dopo averlo versato. A quel punto lo lasciamo cuocere dai 10 ai 16 minuti, a seconda della varietà di riso che abbiamo scelto. Una volta scolato, lo raffreddiamo subito sotto l’acqua fredda (altra pratica non consigliata, solitamente), quindi lo allarghiamo su una teglia sgranando delicatamente i chicchi. Abbiamo così ottenuto la base per il classico riso alla creola: ora per la ricetta tradizionale aggiungiamo pollo e salsiccia a tocchetti, precedentemente rosolati, e peperoni e zucchine a listarelle precedentemente saltati in padella. Da qui, largo alla fantasia, con l’aggiunta di verdure, spezie e crostacei. Questa, con il riso cotto separatamente dagli altri ingredienti, è la “jambalaya bianca”.
Bianca, rossa o Cajun
Il riso alla creola viene spesso servito come jambalaya, piatto tipico della cucina del sud degli Stati Uniti e simile alla più nota paella spagnola. Gli ingredienti sono infatti molto simili. L’unica differenza è lo zafferano, che nella jambalaya è sostituito dal pomodoro. In questo caso parliamo della più comune “jambalaya rossa”. Se invece, senza pomodoro, cuociamo il riso direttamente insieme agli altri ingredienti, otteniamo la “jambalaya Cajun”. Autore: Giulia Varetti