La prossima volta che vi trovate a Parigi, o comunque in Francia, fate molta attenzione al sushi che mangiate. Prima di ordinare, chiedete che riso è stato usato. Già, perché i cugini d’Oltralpe hanno in animo di tradire il riso italiano che per anni ha alimentato i francesi. I loro risicoltori puntano a utilizzare il proprio riso, inserendosi nel business del sushi, i cui principali fornitori a livello europeo ora sono soprattutto i nostri produttori. A riprova della qualità del nostro riso da sushi vi consigliamo di leggere quest’articolo del 2014 che racconta come la Kikkoman, forse la più importante azienda giapponese del settore, abbia scelto l’Italia per approvvigionarsi.
Ma torniamo ai francesi. Da inizio anno, un numero per ora limitato di ristoranti giapponesi in Francia hanno sostituito il riso made in Italy con una produzione locale, collocata non lontano da Carcassone, a Marseillette. E’ partito per primo il ristoratore Guillaume Fillot, che ha testato con successo il prodotto locale. Ogni anno, il produttore e il venditore hanno concordato la consegna di una tonnellata e mezza di riso, che per ora offre solo la garanzia di essere privo di pesticidi ma presto sarà completamente biologico. Costa il 30% in più di quello d’importazione. Inoltre, Guillaume Fillot ha in programma di utilizzare il marchio sushi “Sud della Francia”, attraverso l’utilizzo di fino a prodotti nelle vicinanze (alghe, pesce, cetrioli, carote …). Padronissimo, ma anche nel sushi noi preferiamo sapere da che risaia arriva ciò che mangiamo.