#iorestoacasa e Pasqua si avvicina. Con le guide turistiche abilitate di Ricexperience andiamo tra le risaie di Galliate, percorrendo canali irrigui e costeggiando mulini e riserie. Arriviamo al Santuario del Varallino, dove tra statue e affreschi, una forma antica di arte in 3D racconta i Misteri del Rosario.
San Pietro in Vulpiate
La chiesa di San Pietro in Vulpiate a Galliate è conosciuta da tutti come il Santuario del Varallino. Il nome fa riferimento al Sacro Monte di Varallo Sesia, il Sacro Monte più antico, oggi Patrimonio Unesco insieme agli altri di Piemonte e Lombardia. Al Sacro Monte di Varallo 45 cappelle, che terminano nella basilica, raccontano con centinaia di sculture in terracotta policroma e migliaia di figure affrescate, l’intera storia di Gesù. La scultura è una sorta di continuazione in 3D delle pitture attorno. (Segue dopo il video)
Il Santuario di Galliate è nato come chiesetta di campagna ma nel 1500 l’immagine miracolosa della Vergine Maria che porge al Bambino una pera attirava tantissimi fedeli. Qui, secondo la tradizione, una nobildonna romana era stata liberata dal demonio. In segno di gratitudine, aveva quindi finanziato l’inizio dei lavori di ampliamento e decorazione. Lavori continuati fino all’Ottocento, in fasi diverse. Oggi il Varallino ha pianta centrale, con un grande ambiente ellittico attorno a cui si aprono dieci cappelle e il presbiterio.
Statue e affreschi al Varallino
Tra i tantissimi artisti che si sono occupati delle decorazioni interne del Varallino i più importanti sono nel Settecento il valsesiano Lorenzo Peracino e nell’Ottocento il romano Dionigi Bussola. In particolare il Peracino si è occupato degli affreschi, mentre al Bussola si devono le sculture. (Segue dopo la foto)
Nel Santuario del Varallino si raccontano in 3D i Misteri del Rosario. Nel presbiterio troviamo i Misteri Gloriosi, mentre i Misteri Dolorosi e Gaudiosi nelle cappelle. Le statue sono a misura reale e sono in terracotta: tra il 1748 e il 1752 il Peracino aveva avviato il progetto di dipintura delle statue, che fino ad allora avevano ancora il colore naturale del cotto. Di impatto, tra le altre, la Cappella della Crocifissione. Il Peracino lavorò così a lungo al Santuario da richiedere anche l’aiuto del figlio Giovanbattista per decorare le sacrestie.
La cupola affrescata è sicuramente il capolavoro del Santuario, dove trionfano il Paradiso e l’Incoronazione della Vergine. Assolutamente da vedere, alla fine di questa emergenza, abbinandoci la degustazione di un buon risotto! Autore: Giulia Varetti