ASCOM SULLA RIAPERTURA DEI RISTORANTI

Continuiamo a parlare della riapertura dei ristoranti e delle regole che impongono, oltre a distanziamento e contingentamento, anche il solo utilizzo di spazi aperti. Ne parliamo insieme ad Andrea Maltese, presidente di categoria Ascom per la provincia di Pavia e titolare del Caffè Garibaldi a Mortara.

Come stanno vivendo i ristoratori questa riapertura?

Se il meteo lo consente, bene! Da un lato, è meglio che non riaprire, almeno si riprende a lavorare. Dall’altro però è evidente come queste regole abbiano delle variabili, una su tutte il meteo, che non possono essere controllate e che non consentono una vera programmazione o una gestione serena delle prenotazioni, sia da parte del ristorante che del cliente. C’è poi l’aspetto, ben più critico, della grande disuguaglianza tra gli esercenti che hanno terrazze e dehors e quelli che, per svariate ragioni, non ne hanno. Questo tra tutti è il problema più grande. Le amministrazioni si sono impegnate a dare spazi, gli esercenti si sono alleati tra di loro condividendo i dehors. Ma non sempre questo è possibile e c’è chi proprio non riesce a riaprire. Credo che, con le guiste regole e il contingentamento, si potrebbero tranquillamente utilizzare anche gli spazi interni in sicurezza.

Cosa non va in questa riapertura?

Credo che una riapertura così graduale sia comunque la strada giusta, abbiamo ben visto le conseguenze delle riaperture incontrollate. Certo è che serva però continuità, il continuo cambio di colori, con conseguente “apri e chiudi”, sta mettendo allo stremo la categoria. Poi in prospettiva ci servono linee guida non contraddittorie: con una nota di una settimana fa ci è stato consentito, in zona gialla, di far utilizzare i servizi igienici ai clienti (che comunque entrano nel locale per il pagamento), ma in zona arancione non si può fare poiché si è aperti solo per asporto. Come possiamo parlare di riapertura dei ristoranti e negare a un cliente un servizio essenziale in base al colore? Quando poi per alcune categorie, come gli autogrill, le regole sono diverse? Ci servono continuità e omogeneità.

Qual è la prospettiva?

Abbiamo bisogno che chi scrive le regole, che sicuramente sono essenziali per una ripartenza graduale e moderata, sia “sul campo”, conoscendo le esigenze vere delle categorie come la nostra (come tutto il commercio, o le categorie del turismo altrettanto colpite) e avendo una visione molto pratica. Tutti hanno diritto e bisogno di lavorare e devono essere messi in condizione di farlo, senza discriminazioni. Mi auguro che la ripartenza, andando oltre la sola riapertura di bar e ristoranti, ma guardando al futuro, riparta quindi dal “locale”, da chi vive sul territorio. Spero che si decida di spendere qui, sostenendo chi ci lavora e offre servizi.

Anche per le vacanze, perché no? Iniziamo ad avere, per esempio, a Mortara, delle belle richieste di pacchetti turistici legati al sushi d’oca, mettendo insieme il riso delle aziende agricole locali, le nostre tipiche lavorazioni d’oca, le bellezze della nostra cittadina e l’attività artigianale. Sono piccole esperienze turistiche di qualità, che danno valore al lavoro di professionisti del turismo, degli artigiani, delle aziende del territorio e anche nostro: finire un tour con una buona degustazione in un dehors è davvero un esempio di come si possa ripartire anche da queste proposte! Autore: Giulia Varetti

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