AGRITURISMI RIAPERTI PER I LAVORATORI

Anche in risaia sono tempi duri per gli agriturismi, anche se in questi giorni il Consiglio dei Ministri ha pubblicato un chiarimento a proposito di alberghi, bed & breakfast ed altre strutture ricettive, che “possono proseguire la loro attività”, anche se per ora “esclusivamente per le persone autorizzate a spostarsi secondo le normative vigenti e sempre nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie e della distanza interpersonale, evitando di causare assembramenti negli spazi comuni o in prossimità degli accessi”. L’attività quindi è permessa per ospitare principalmente i lavoratori che sono ritornati a spostarsi con la ripresa del lavoro nelle imprese.

Una buona notizia per il settore agrituristico, che svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy nella fase 2, contribuendo in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e delle campagne italiane, garantendo il rispetto delle distanze sociali. I numeri, certo, sono quello che sono: si calcola per il 2020 una perdita complessiva per il settore di circa 970 milioni di euro, pari al 65% del fatturato, frutto, in primo luogo, del tracollo della domanda internazionale, ma anche di una domanda interna che si alimentava di attività come le fattorie didattiche, che davano lavoro a 1500 aziende.

Il buco delle fattorie didattiche

«In primavera» spiega a questo proposito Massimo Grignani, presidente di Terranostra Lombardia, «si concentrano le attività ricreative e di fattoria didattica che molti agriturismi propongono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta, in collaborazione con le scuole. Il settore dell’agriturismo, allo stesso modo di quello della ristorazione, ha avuto parecchi problemi, con la complicazione che nell’agriturismo ci sono molte attività connesse: oltre alla ristorazione molti agriturismi propongono attività didattica per le scuole e attività all’aria aperta, come passeggiate, gite e varie attività, che hanno subìto in questi ultimi mesi un blocco totale.

Per quanto riguarda la ristorazione e l’alloggio, gli annullamenti sono arrivati per tutto l’anno: anche chi aveva prenotato per quest’estate ha preferito annullare le prenotazioni, quindi il contraccolpo della crisi è su tutta la linea». 

Le eccedenze produttive

Continua Grignani:«Un altro elemento che ha complicato la situazione degli agriturismi è che questi sono a tutti gli effetti delle aziende agricole che producono e parte della produzione viene reimpiegata nell’agriturismo stesso, quindi, dal momento in cui l’agriturismo non consuma più i prodotti, chiaramente si trova in una situazione di sovrapproduzione, anche perché non sempre è associato a canali di vendita come i mercati essendo abituato a mettere in tavola i propri prodotti».

L’ultima normativa che regola gli agriturismi in Lombardia, risalente a giugno dell’anno scorso, stabilisce che il 35% del prodotto che entra sulla tavola dell’agriturismo deve provenire dall’azienda stessa e prevede che siano serviti prodotti provenienti dal territorio lombardo in misura superiore o uguale all’80%. 

Pasti a domicilio

«In questa situazione disastrosa si è tentata la consegna dei pasti a domicilio e proprio ieri è stato diffuso il comunicato di Rolfi che annuncia un provvedimento che abbiamo fortemente voluto a livello nazionale ed era già concesso alla ristorazione, cioè la possibilità per gli agriturismi di praticare il servizio di asporto». Il riferimento è al comunicato stampa dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi in merito ai provvedimenti regionali in favore degli agriturismi, che diventeranno effettivi a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale: tra questi provvedimenti, un ruolo chiave gioca proprio il via libera agli agriturismi per il servizio di asporto e la consegna a domicilio come servizio stabile, unitamente ad interventi anti burocrazia per dare respiro al settore.

Aggiunge Grignani: «Questo emendamento ci faciliterà non solo nei tempi attuali, ma anche in futuro: la legge sull’agriturismo stabiliva che questo fosse tenuto a somministrare pasti da consumarsi in loco mentre, con questo emendamento, sarà permesso anche in futuro di fornire piatti d’asporto e questo è un elemento sicuramente positivo e costituisce un’opportunità per il settore».

Il futuro?

Guardiamo al futuro. «Per quanto riguarda le prospettive per il futuro abbiamo insistito molto, come Terranostra, sulla necessità di considerare e di mettere in campo tutti quegli aspetti che giocheranno un ruolo fondamentale durante la ripresa, come per esempio le linee guida per la pianificazione dei locali e per la sicurezza dei clienti. Ci siamo inoltre prodigati ad individuare e valorizzare tutte le peculiarità dell’agriturismo, quali, per esempio, l’ampia disponibilità di spazi aperti: posizionare tavoli all’esterno in mezzo al verde potrebbe essere la chiave per la ripresa, insieme alla proposta dei picnic che alcuni agriturismi stanno già mettendo in atto, fornendo un piccolo bag per il pasto che può essere consumato durante le passeggiate e credo proprio che ci sarà una gran voglia di camminare.

Da questo punto di vista gli agriturismi e tutte le strutture che possono godere, per la loro posizione, di spazi aperti, sicuramente presentano un punto di forza ed hanno qualcosa in più da offrire. Allo stesso modo, le attività didattiche e i campi estivi, con le dovute cautele, si possono fare» commenta il presidente. Secondo il quale, tuttavia, «spesso si pensa all’agriturismo in maniera limitante, relegandolo esclusivamente  al settore della ristorazione, ma l’agriturismo non è solo questo bensì propone una varietà di prodotti ed è una realtà multifunzionale dalle numerose risorse». Autore: Milena Zarbà

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