Con l’arrivo del nemico invisibile la vita di tutti noi è cambiata: l’emergenza ci ha allontanati dai nostri affetti, ci ha costretti a chiudere l’attività e a rispondere tempestivamente all’appello #iorestoacasa. L’emergenza è ancora attuale: un’economia al collasso, una situazione di instabilità geopolitica e tanti interrogativi su quale sarà il futuro dell’Italia sotto ogni aspetto durante la cosiddetta fase 2.
Ci sono quelli che, come i ristoratori, hanno dovuto riadattare l’attività lasciando spazio solo alle consegne a domicilio nel completo rispetto delle norme igienico-sanitarie disposte dalle direttive governative per il contenimento del contagio da Covid19. Così come le cascine, che hanno puntato a valorizzare l’attività di impresa con le vendite online tramite e-shop. E tanti altri, imprenditori e non, in questa situazione di emergenza hanno trovato soluzioni alternative per sopravvivere alla crisi. Ma, il lockdown è anche un’occasione per riflettere sui cambiamenti, su cosa fare per migliorare la propria produzione locale e implementare nuove ed efficaci strategie.
Fase 2, cosa cambierà per i ristoratori
I ristoranti sono sempre stati luoghi in cui condividere, oltre che il piacere di stare a tavola, momenti di spensieratezza con amici e parenti. Con le nuove misure di prevenzione, i ristoratori dovranno adottare tutti i provvedimenti necessari per evitare qualsiasi eventuale forma di contagio del virus.
«Sarà necessario mantenere le giuste distanze tra i vari tavoli, ma non si può rinunciare al riavvio delle attività ristorative. Il cibo è convivialità, ma è anche cultura. Dobbiamo poter ritornare ad apprezzare tutte le prelibatezze che i nostri chef propongono, eccellenze e vanto della vasta offerta gastronomica italiana»- ci racconta la casalinga e risottara Cinzia Bonan, madre di Riccardo, sous chef del ristorante “Una finestra sul lago”.
La battaglia dei ristoratori contro il covid19
Quando sarà finito il lockdown sarà dura ritornare alla “normalità. Come ci spiega lo chef e risottaro Luciano Pellegrini: «Dopo mesi di solitudine, penso che ci vorrà tempo per riacquistare il sorriso e soprattutto per superare il timore che chi ci sta accanto possa contagiarci. Nei locali e nei ristoranti sarà necessario disporre i tavoli in modo che non si creino assembramenti e si rispettino le distanze di sicurezza. Teglie, padelle e stoviglie dovranno essere lavate ed igienizzate accuratamente».
«I ristoratori hanno già cambiato il modus operandi, ma si ritornerà al ristorante. Sarà necessario collocare dispenser di gel disinfettante all’ingresso del locale, distanziare i tavoli, usare pannelli di protezione, ma non rinunceremo all’arte del buon cibo. Il mio auspicio è che i ristoratori valorizzino i prodotti agricoli locali, i prodotti a km zero, l’alta qualità, aspetti che possono dare valore aggiunto al prodotto finale offerto, adattandolo anche all’asporto»- aggiunge l’appassionata di food e amante dei risotti Vittoria Percivalle.
E noi tutti ci auguriamo che al più presto le porte dei ristoranti possano riaprirsi e si possa ritornare a gustare le eccellenze made in Italy. Autore: Marialuisa La Pietra
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