L’azienda agricola Risoinfiore, a conduzione familiare, produce il riso a residuo zero (cioè esente da tracce di prodotti fitosanitari), ricorrendo a tecnologie innovative e lavorando in agricoltura sostenibile e conservativa. Abbiamo intervistato la titolare, Paola Fiore, per saperne di più.
Come viene prodotto il riso nell’azienda Risoinfiore?
«Da sempre la nostra azienda utilizza le tecnologie più innovative: ha la mappatura delle produzione al fine di ottimizzare l’impiego di sementi e concimi per l’ottenimento di un prodotto finale sempre migliore; usa il sistema di guida GPS e dispone di un impianto fotovoltaico per gli utilizzi aziendali. Lavoriamo in agricoltura sostenibile e agricoltura conservativa.»
RISOINFIORE: AGRICOLTURA SOSTENIBILE E CONSERVATIVA
Cosa si intende per “agricoltura sostenibile e conservativa”?
«La lavorazione dei terreni inizia dopo la raccolta con la “minima lavorazione”: ovvero, si smuovono solo i primi 10/12 cm del terreno, interrando parzialmente i residui colturali, per poter seminare una coltura intercalare da sovescio (volta a migliorare la fertilità del suolo) riducendo al minimo la lisciviazione dei terreni.
Nel periodo primaverile segue l’interramento, mediante lavorazioni superficiali (discatura o ripuntatura), per aumentare l’apporto di sostanza organica.
Inoltre, per poter mantenere sempre costante la presenza di acqua durante la coltivazione e favorire lo sviluppo della fauna delle zone risicole, sono stati realizzati dei solchi sul perimetro delle camere di risaia.
Utilizziamo molecole di ultima generazione, sempre meno invasive sulla coltura e per l’ambiente, esclusivamente limitate alla effettiva necessità.
Adottiamo il sistema di “barra a filo” imbevuto in acido pelargonico (diserbante naturale) per eliminare direttamente gli infestanti senza contaminare la coltura in atto. In questo modo si riduce la banca semi nel terreno e si evitano trattamenti diffusi a pieno campo».
L’ESSICCAZIONE DOLCE DI GLORIA
Il chicco Gloria a residuo zero è prodotto con l’essiccazione “dolce”. In che modo?
«L’essiccazione “dolce” avviene attraverso una valvola aeraulica che permette l’uniformità della temperatura all’interno dell’impianto, una caratteristica fondamentale per evitare uno shock termico alla granella (che riporterebbe un’elevata rottura in fase di lavorazione).
Le quattro sonde, montate sulla temperatura dell’aria in uscita (una per ogni aspiratore) con la valvola aperta, riscontrano una temperatura omogenea dalla sonda 1 alla 4».
Quali sono i benefici che ne derivano?
«Un’ottima qualità del prodotto con un granello non fessurato, una percentuale di rottura pressoché inesistente ed una omogeneità dei chicchi sia visivamente sia per una cottura uniforme.
Inoltre, l’impianto di essiccazione è dotato di un umidostato che costantemente campiona il riso prelevandolo a cicli di tempo preimpostati determinandone umidità e temperatura.
Con questa innovazione abbiamo riscontrato una riduzione dei tempi di essiccazione risparmiando energia e combustibile a favore della sostenibilità aziendale per la cura dell’ambiente.»
Una ricetta facile e veloce da realizzare con il riso a residuo zero?
«Un risotto prelibato e semplice? Cacio e pepe con limone e uova di trota affumicata!»
Seguici e scoprirai la ricetta… Autore: Marialuisa La Pietra