L’India rivendica il primato nella coltivazione più antica del riso: nel lago Lahuradewa, in Uttar Pradesh, che si trova nella Pianura Gangetica, tre ricercatori di Lucknow hanno riscontrato prove di coltivazione indipendenti da quelle cinesi. Un dato che sposta l’orologio fino a 9000 anni avanti Cristo: rispetto alla datazione del riso cinese, che risulta indietro di 800 anni: le teorie finora esistenti affermavano infatti che i cinesi sono stati i primi a coltivare il riso, per poi diffonderlo nel resto del mondo.
Questo nuovo studio non confuta la datazione cinese, ma propone una nuova teoria sulla domesticazione del riso in India, che sarebbe avvenuta in una fase di otto secoli anteriore a quella cinese. Per farlo, tre ricercatori – Biswajeet Thankur, Anju Saxena, e Inderbir Singh, del Birbal Sahni Institute of Palaeosciences (BSIP) di Lucknow – che hanno firmato un nuovo articolo, pubblicato sull’autorevole rivista Science. Lo studio ha preso in considerazione la presenza di diatomee: si tratta di alghe brune, unicellulari, eucariotiche, generalmente delle dimensioni di pochi μm. Sono organismi eucarioti ed autotrofi e rappresentano una delle principali componenti del perifiton acquatico, ritrovandosi nei diversi ambienti con generi e specie differenti a seconda delle caratteristiche chimico-fisiche, idrologiche e geografiche. La loro presenza e la loro tipologia viene impiegata per valutare lo stato di salute dei corsi d’acqua.
La squadra dell’istituto – quando è avvenuta la scoperta – stava già lavorando sul clima e l’ambiente di 11.000 anni fa, periodo in cui iniziarono i primi insediamenti umani. Hanno scavato una fossa profonda 2 metri e 80 centimetri a lato del lago, da dove sono stati prelevati i campioni. Sono stati datati attraverso il metodo del carbonio 14, valutando la presenza di diatomee, pollini, microcarbone, fitoliti. Per studiare l’origine della coltivazione del riso, tradizionalmente, venivano utilizzati i fitoliti come elemento di datazione, mentre nel caso indiano si sono avuti riscontri più precisi attraverso l’analisi delle diatomee: si tratta di microrganismi presenti in tutto il mondo, che da soli producono oltre il 20% dell’ossigeno mondiale. Quando prosperano insieme al riso, lasciano una traccia unica e ben individuabile da parte dei ricercatori. Poiché le risaie cambiano assetto ad ogni stagione, le diatomee che prosperano nell’abbondanza di acqua testimoniano i vari dislivelli dell’acqua.
I ricercatori hanno esaminato il lago, un luogo che presenta condizioni favorevoli alla risicoltura, che veniva praticata sin dalla preistoria ai margini con modalità diverse: hanno preso in esame quattro tipi di diatomee. Una varietà definita da risaia si forma in condizioni di coltivazione del riso in sommersione, le diatomee bentoniche crescono sulle superfici dei sedimenti, quelle planctoniche si formano in sommersione, mentre quelle antropogeniche testimoniano la presenza di un forte tasso di inquinamento conseguente alla presenza dell’uomo: la quantità di diatomee quindi si modifica se il lago si espande e a seconda delle attività che vi vengono svolte. Se si riduce, la popolazione bentonica sale. Se ci sono campi di riso nei dintorni, le diatomee delle risaie vengono ritrovate in gran numero. E, naturalmente, se i livelli di inquinamento provocati dall’uomo aumentano, le diatomee antropogeniche prosperano. Incrociando i dati relativi alla datazione e alla presenza delle diatomee si è quindi arrivati alla predatazione della domesticazione del riso.
Il lago Lahuradewa, come molti dei laghi della pianura del Gange è molto basso, con un fondo piatto, di pochi metri di profondità. Ancora oggi vengono utilizzati i margini del lago per l’agricoltura. Durante i monsoni, quando il lago si espande, i suoi margini invasi dall’acqua vengono utilizzati per la coltivazione delle risaie. Il riso viene poi raccolto a ottobre quando il lago si restringe nuovamente. Una pratica evidentemente risalente a migliaia di anni fa: durante ogni inondazione, tutte le tracce di coltivazione del riso come le diatomee, fitoliti, microcarbone da erba, polline e altro vengono trasportati nelle parti più profonde del lago, dove si depositano sul fondo. L’analisi è partita da qui, dall’indagine delle diatomee presenti negli strati più profondi del lago: la loro stratificazione, confrontata con l’analisi del carbonio 14, ha consentito di retrodatare la data di domesticazione del riso a circa 9000 anni prima di Cristo.
Il team ha utilizzato 28 campioni del nucleo del lago per le osservazioni scientifiche. I ricercatori hanno verificato che da 10.600 a 9.900 anni fa, il lago era poco profondo prima di espandersi fino a 7.000 anni fa. Nel frattempo, a circa 9.250 anni fa, è stato possibile evidenziare una presenza crescente di diatomee da risaia, in ampie quantità, mentre quelle di origine antropica, diverse da quelle da risaia, si ampliano solo un migliaio di anni più tardi. Questo indicatore viene utilizzato come parametro della fonte di inquinamento in conseguenza della pratica dell’agricoltura, così come indicano le ricerche sviluppate in Cina: si può dunque stabilire che a questo punto della preistoria gli abitanti della zona avevano appena tentato di coltivare il riso sporadicamente, ma indipendentemente, e in parallelo con la Cina.
L’istituto di scienze paleologiche è uno dei principali del paese, ed è stato fondato nel 1946 dal botanico Birbal Sahni, a cui è stato intitolate. Detiene alcune delle attrezzature più avanzate del paese per lo studio dei paleosistemi e della climatologia.
L’origine della domesticazione del riso è stata oggetto di molti dibattiti tra coloro che studiano la storia e l’antropologia. Ogni studio che stabilisce una data, è stato sostituito da date più recenti, andando avanti e indietro con la datazione.
Una ricerca del 2012 affermava che il riso veniva inizialmente coltivato nella valle del fiume Pearl River nel sud della Cina. Le teorie precedenti contraddicevano questo dato; si credeva che il riso provenisse dalla valle del fiume Yangtze. In realtà, anche la Corea del Sud ha affermato di essere stata al centro di questo passaggio cruciale per l’alimentazione umana, ma i suoi studi sono stati rapidamente screditati. La datazione relativa alla valle dello Yangtze in Cina, quella finora ritenuta più plausibile, fissa l’inizio a 8.400 anni fa.
Il loro studio ha riguardato la pianura Gangetica, che si è evoluta nel tempo, grazie al flusso fluviale, all’attività tettonica, al cambiamento climatico. La regione ospita anche le sponde del fiume più fertili del mondo. Il lago di Lahuradewa è adiacente al sito di scavo di Lahuradewa, dove si studiano gli antichi insediamenti umani e le prime pratiche agricole.